Il telefono suona mentre lui va in motorino. Rispondere è pericoloso nel traffico di Grosseto. «Richiameranno», dice tra sé Cristiano Gentili, 40 anni, ex funzionario dell’Onu in Africa, cooperante internazionale e osservatore alle recenti elezioni amministrative in Kosovo. Ora racconta con un sorriso sulle labbra e una speranza nel cuore: «Insistono a chiamare. Numero riservato e io che non posso nemmeno immaginare». A sera, a casa, di nuovo: numero riservato. «Buonasera, la stiamo cercando dal Vaticano, il Papa ha letto il suo libro e la vuole incontrare».
Cristiano Gentili pensa a uno scherzo, ma chi parla è monsignor Guillermo Javier Karcher, argentino e cerimoniere di papa Francesco. No, non è uno scherzo. Cristiano Gentili due anni fa ha scritto un libro, un romanzo-denuncia sul dramma degli albini in Africa, mutilati, seviziati, stuprati, uccisi in un’ebbrezza di follia razzista e superstizione. Li ha incontrati e li ha visti diventare ombre in Africa, si è infilato nel loro orrendo olocausto, che non fa notizia. Il romanzo s’intitola Ombra bianca. Ma non ha trovato alcuna casa editrice pronta a pubblicarlo. Gentili ha bussato a tante porte, ha inviato quasi quattromila e-mail a politici, giornalisti, funzionari internazionali, personaggi televisivi, docenti universitari. Nessuna risposta.
Durante l’estate ha scritto a Jorge Mario Bergoglio, una lettera
indirizzata al convitto di Santa Marta in Vaticano. E papa Francesco,
unico, ha risposto: «Il Santo Padre conosce il dramma degli albini,
benedice quello che sta facendo e le vorrebbe parlare». Gentili vola in
Vaticano e lì gli chiedono di partecipare come relatore a un simposio
internazionale sui problemi dello sviluppo in Africa che la Pontificia
accademia delle scienze sta organizzando per la fine di novembre.
L’invito viene direttamente dal Papa, che ha visto il programma del
simposio che, tra i relatori, annovera l'allora ministro italiano
Kyenge, il cardinale congolese Monsengwo Pasinya, Romano Prodi ed
esperti internazionali, e ha pensato che forse qualcosa mancava, cioè il
racconto dei più dimenticati tra gli africani. Ma Gentili ha un
problema. Quel giorno deve essere in Kosovo, osservatore elettorale, un
impegno inderogabile. Ci pensa il Vaticano a liberarlo, fornendogli un
permesso per potere partecipare al seminario «per speciale
interessamento del Papa». Gentili va a Roma e interviene al convegno.
Ma al Papa non basta. Così lo invita per tre giorni a Santa Marta,
perché vuole saperne di più dalla voce di chi ha conosciuto quel dramma,
di chi lo ha percorso nelle sue pieghe, di chi ha parlato con le ombre
bianche che spariscono in Africa. Lui spiega che nell’agenda della
cooperazione internazionale gli albini d’Africa non ci sono, tante
denunce e quasi nessun impegno. Racconta il silenzio seguito alle sue
e-mail e l’impegno per stampare e diffondere con le proprie forze il
romanzo-denuncia. Gli dice che si trova in Rete, che ha un indirizzo
apposito dove lo si può scaricare anche come e-book e che lui ha avuto
un’idea per diffonderlo e farlo diventare un audiolibro sociale, i cui
proventi saranno destinati al Cuamm, il Collegio universitario aspiranti
e medici missionari della diocesi di Padova, che da quasi cinquant’anni
invia medici in Africa.
Ricorda Gentili: «Quasi non osavo, ma papa Francesco voleva sapere e
soprattutto cercava un modo per fare qualcosa. Così gli ho detto: “Santo Padre, lei presterebbe la sua voce per leggere un pezzo del libro?”. L’idea
è donare la voce a chi non ce l’ha, di leggere e diffondere in Rete il
libro». Chiunque lo potrà fare collegandosi a un sito ombrabianca.com e scaricando un’app elaborata
da una società di giovani ingegneri di Siena. Ognuno potrà registrare
una delle 9 mila frasi in cui è stato trasformato il libro. Solo alcuni
passaggi letti da personaggi famosi, tra cui papa Francesco, non
potranno essere riletti. Così, precisa Cristiano Gentili, «si avrà un
audiolibro sociale in perenne trasformazione letto come una denuncia».
Cristiano Gentili.
Bergoglio accetta con entusiasmo di prestare la voce a padre Francis, un
personaggio del romanzo, un prete che rappresenta la Chiesa in Africa
la quale, dopo il declino, nel romanzo rinasce proprio con lui e legge,
tra l’altro, una frase: «Dio è in ogni essere umano, se si offende una persona si offende Dio». Gentili
quel tempo passato con il Papa non se lo dimenticherà più: «A un certo
punto la registrazione ebbe un problema. Il Papa non si scompose e mi
disse di sistemare le cose che lui avrebbe aspettato. Ha letto e riletto
alcune frasi con tono profondo. È un regalo destinato a fare il giro
del mondo e accorciare le distanze tra gli uomini».
Il lavoro di Cristiano Gentili ha ricevuto il premio “Città di Assisi”, come opera prima, con una medaglia del presidente della Repubblica e il contributo della società Gala.